Il mio cavallo ha le bolle
Il tuo cavallo ha le bolle? Non sempre è solo una puntura d’insetto!
Sicuramente sarà capitato anche a voi, di arrivare in scuderia e trovare nel box il vostro cavallo con qualcosa di anomalo spuntato fuori senza alcun motivo.
Queste escrescenze cutanee, talvolta pruriginose, sono spesso correlate alla bella stagione e all’aumento delle temperature ed è importante valutarne la causa: punture di insetti? Orticaria? Forme allergiche?
I cavalli possono avere allergie, in cui il loro sistema immunitario reagisce in modo eccessivo a sostanze innocue di uso quotidiano. I cavalli possono essere esposti a queste sostanze, chiamate anche allergeni, respirandole o mangiandole, ma il più delle volte ciò avviene per contatto diretto dell’allergene con la cute del cavallo.
Se il sistema immunitario del cavallo riconosce questi allergeni e li etichetta come “estranei”, piuttosto che come una sostanza innocua, inizia a produrre agenti infiammatori che scatenano una reazione allergica. Le allergie possono essere ereditarie, ma possono anche svilupparsi nel tempo dopo ripetute esposizioni ad un allergene. I primi segni di allergia compaiono di solito nei cavalli di età compresa tra 1 e 6 anni.
Alcuni cavalli soffrono di più di un tipo di allergia. Possono presentare ipersensibilità al morso di insetto e atopia (allergia ambientale). I sintomi di questi diversi tipi di allergie possono essere molto simili, il che rende difficile distinguerli.
L’ipersensibilità al morso di insetto (allergia agli insetti)
Questa è l’allergia più comune nei cavalli. Sono allergici alle proteine della saliva degli insetti, in particolare ai moscerini mordaci (Culicoidi). I moscerini che mordono si nutrono del loro sangue e di quello di altri animali da allevamento.
Di solito attaccano vicino alle zone dove c’è acqua, al crepuscolo e all’alba. Alcune razze di cavalli sembrano essere maggiormente a rischio di sviluppare ipersensibilità al morso degli insetti, come i pony gallesi, Shetland e Connemara e i cavalli Frisone, Shire tedeschi, Arabi, Quarter e islandesi importati.
Allergia agli allergeni ambientali (atopia)
L’atopia è il secondo tipo di allergia più comune nei cavalli. Si tratta di un’allergia ereditaria a sostanze presenti nell’ambiente del cavallo come il polline delle piante (erbe, erbacce e alberi), o gli acari della polvere domestica, gli acari di stoccaggio, la muffa e la forfora (fiocchi di pelle).
I cavalli allergici agli allergeni degli ambienti interni, come la polvere o gli acari, la forfora e la muffa, mostrano principalmente sintomi quando vengono stabulati.
Alcune razze sembrano essere maggiormente a rischio di sviluppare l’atopia, come i Thoroughbred, i cavalli Quarter, i Warmblood, gli Arabi e i Morgan. I maschi hanno quasi il doppio delle probabilità di soffrire di atopia rispetto alle femmine.
I cavalli possono essere allergici a varie sostanze nell’aria (dette dermatite allergica inalatoria o atopia). Queste sostanze sono chiamate allergeni. Gli allergeni sono sostanze che, quando inalati o assorbiti tramite cute, tratto respiratorio o tratto gastrointestinale, stimolano la produzione di istamina, che porta all’infiammazione.
Le allergie ambientali sono quindi dovute a risposte immunitarie inadeguate anche a sostanze solitamente innocue. Le principali cause di allergie della pelle sono:
- allergeni derivati dall’ambiente circostante
- ipersensibilità ad insetti (punture, presenza di acari…)
- ipersensibilità scatenate da farmici, vaccini, detersivi, spray antimosche, tosature scorrette, pollini
Tutti questi allergeni ambientali si trovano non solo nelle nostre case ma anche nella scuderia! La maggior parte dei cavalli reagisce agli acari della polvere e degli alimenti (presenti in: müsli, cereali, ma anche fieno/ paglia e polvere della scuderia), a vari insetti (mosca nera, culicoidi, ecc.), a pollini (pollini di varie graminacee, erbacee ed alberi) ed anche alle spore fungine. Non ci si deve quindi stupire che molti cavalli allergici mostrino problemi di salute per tutto il periodo dell‘anno.
Spesso il proprietario osserva in estate un peggioramento dei sintomi. Questo può essere spiegato con il fatto che l‘allergia è generalmente un fenomeno con un livello di soglia: se ad es. l‘animale reagisce in modo allergico ad alcuni insetti, pollini ed acari, durante l‘estate, con una maggiore presenza di insetti e pollini, la concentrazione di allergeni totali è molto più elevata che durante l‘inverno. Per questo in estate i sintomi possono peggiorare sensibilmente. Al contrario, in caso di pura allergia agli acari o alle spore fungine, è proprio in inverno che si arriva ad un peggioramento dei sintomi, in quanto in inverno molti animali vengono portati in stalla dove in genere la concentrazione di questi allergeni è molto più elevata.
Come riconoscere i sintomi dell’allergia?
Il segno più comune di un’allergia è il prurito della pelle che può portare ad orticaria, ferite ed ispessimento della pelle. I luoghi abituali di prurito sono la regione della criniera e della coda, e la groppa, la testa, il collo, le spalle e le gambe.
I sintomi possono essere presenti per tutto l’anno o solo durante una stagione particolare, a seconda degli allergeni che scatenano la reazione. I moscerini pungenti e il polline sono stagionali, ma l’allergia alimentare è presente tutto l’anno.
Le forme allergiche si manifestano abitualmente con bolle di forma diversa (piatte, sferiche, a cimbella) e si concentrano principalmente su collo e tronco e possono presentare essudazione di liquidi ed anche pruriginosità.
Allergia ad alcuni alimenti
Esistono poi anche le allergie alimentari che colpiscono un numero considerevole di cavalli e sono responsabili di uno stato di sofferenza generalizzato dopo l'assunzione del cibo, accompagnato da disturbi digestivi, microcoliche, dimagrimento, diarrea, sfoghi cutanei. Scoprirne la causa è complicato e può richiedere molto tempo in quanto il sistema immunitario del tratto gastrointestinale reagisce in ogni soggetto in modo diverso. Una diagnosi sicura è possibile con la “dieta di eliminazione”: per un periodo che dura fino a 3 mesi l‘animale viene alimentato con una dieta ferrea indicata dal veterinario. Nel caso in cui i sintomi spariscano durante la dieta, la causa della malattia era probabilmente un alimento (o più) contenuto nell’alimentazione precedente. Al termine del periodo di eliminazione all‘animale viene nuovamente somministrato l‘alimento precedentemente escluso (dieta di provocazione): una ricomparsa dei sintomi conferma la presenza di un‘allergia alimentare. Questa dieta richiede tuttavia da parte del proprietario una notevole disciplina e in molte situazioni ambientali risulta difficile se non impossibile da praticare. Tramite un esame del sangue è possibile rilevare gli anticorpi formatisi contro diversi alimenti (IgE e IgG). Questa analisi aiuta il proprietario ed il veterinario a scegliere i componenti per una corretta dieta per il singolo animale. Esistono tuttavia anche forme di intolleranza alimentare non dovute ad un problema allergico e che quindi non inducono una risposta immunitaria ma la reazione avviene nell’apparato digerente ed induce disturbi intestinali. In questi casi solo la dieta di eliminazione può portare ad una diagnosi corretta.