• Acido lattico: alimentazione e allenamento
23.05.2025
3 min(s)

Acido lattico: alimentazione e allenamento

Scopri come prevenire l’accumulo di acido lattico e migliorare le prestazioni atletiche del tuo cavallo!

L’acido lattico nei cavalli è un sottoprodotto del metabolismo anaerobico, che si verifica durante l’esercizio fisico intenso quando l’ossigeno disponibile non è sufficiente per soddisfare le esigenze energetiche dei muscoli. Quando un cavallo salta, corre o svolge un’attività fisica intensa, i suoi muscoli producono energia attraverso due processi principali: il metabolismo aerobico (che richiede ossigeno) e il metabolismo anaerobico (che non richiede ossigeno).


Durante l’esercizio fisico intenso, il metabolismo anaerobico diventa predominante e il glucosio viene convertito in acido lattico per produrre energia. Questo processo avviene principalmente nei muscoli scheletrici. L’accumulo di questa sostanza nei muscoli può causare affaticamento e dolore muscolare, poiché altera l’equilibrio acido-base nei muscoli e può interferire con la contrazione muscolare.


Un buon allenamento, un’alimentazione appropriata e l’impiego di mangimi complementari specifici favoriscono la metabolizzazione dell’acido lattico, permettono al cavallo di avere una buona elasticità muscolare e di sostenere le performance desiderate.

Un buon allenamento

La pratica dell’allenamento crea le premesse biologiche per innalzarne le capacità e il livello funzionale dell’organismo dell’atleta, attraverso modificazioni morfologiche e fisiologiche sempre più stabili e consolidate. In questo senso l’allenamento di resistenza di lunga durata è quello che induce gli adattamenti morfologici e funzionali più significativi e stabili a carico del cuore e del circolo ematico.


Quando l’intensità, la frequenza e la durata di tale tipo di allenamento sono sufficientemente elevati, si registra un significativo aumento della massima capacità aerobica dell’atleta, ovvero del massimo consumo di ossigeno che nel cavallo purosangue inglese può raggiungere valori pari a 169 litri al minuto.


L’allenamento di resistenza di lunga durata determina un aumento l’aumento della vascolarità polmonare; il numero dei mitocondri e le disponibilità di enzimi ossidativi può anche raddoppiare rispetto al normale.


Con l’allenamento è possibile incrementare le capacità metaboliche aerobiche ottimizzando l’utilizzo delle riserve di glicogeno muscolare e riducendo l’accumulo di cataboliti. Grazie a questi adattamenti il muscolo utilizza una percentuale maggiore, di lipidi risparmiando il glicogeno con una conseguente riduzione della produzione di acido lattico.


Nell’esercizio di intensità moderata e di breve durata, corrispondente al passo o al trotto lento, le fibre muscolari utilizzano a scopo energetico gli acidi grassi a lunga catena, mobilizzandoli dai depositi lipidici, e in minor misura, il glucosio. In un cavallo allenato se lo sforzo di intensità moderata si prolunga per più ore, i lipidi corporei forniscono circa il 90% dell’energia utilizzata.

Nel corso di esercizi intensi, corrispondenti al trotto rapido o al galoppo rapido o nel caso di esercizi prolungati di intensità moderata in cavalli non allenati, il consumo di ossigeno dei muscoli è superiore all’apporto di sangue. e l’organismo entra in deficit d’ossigeno. Le fibre muscolari in questo caso utilizzano come fonte di energia il glucosio proveniente dal glicogeno muscolare. La degradazione del glucosio è allora incompleta e porta alla formazione del lattato che di per sé, se lo sforzo è di breve durata, può fornire l’energia necessaria a sostenere lo sforzo, ma se l’esercizio continua e permane l’ipossia, si accumula causando un rapido affaticamento muscolare. Un cavallo sottoposto a un lavoro più o meno intenso ha bisogno quindi di una dieta che gli fornisca, oltre all’energia per il suo mantenimento, anche l’energia supplementare richiesta dal lavoro svolto.

Un’alimentazione appropriata

Se un corretto allenamento è essenziale per il cavallo atleta, nondimeno importante è conoscere il valore nutrizionale degli alimenti in modo da poter preparare diete equilibrate per il cavallo, anche tenendo conto del tipo di animale, delle sue dimensioni, della quantità e del tipo di attività fisica svolta e della sua capacità di ingestione. Il tasso ematico dell’acido lattico tende ad aumentare in molte situazioni in cui il cavallo è chiamato a compiere un intenso sforzo muscolare e il suo accumulo, oltre ad impedire un corretto funzionamento della muscolatura, ne ritarda i tempi di recupero. Abbassare il livello di acido lattico accumulatosi nei muscoli e nel sangue consente di sostenere più a lungo lo sforzo e permette un rapido recupero fisico, sia dopo l’allenamento, sia dopo una competizione sportiva.

I benefici dei lipidi come fonte di energia per i cavalli sono oggi ampiamente accettati dagli esperti del settore in quanto la riduzione dell’utilizzo dei carboidrati (amido) contenuti nei cereali a favore dei grassi può aiutare a migliorare la condizione muscolare; può avere ripercussioni positive sul comportamento (minore eccitabilità), controllare alcune problematiche digestive/metaboliche, migliorare il trofismo della pelle, del mantello e lo stato di salute generale.

I vantaggi della frazione lipidica non riguardano solo l’aspetto energetico ma anche quello nutrizionale in quanto apportano gli acidi grassi essenziali (Omega 3 e Omega 6) che non possono essere sintetizzati nell’organismo e devono essere assunti con la dieta. Gli acidi grassi omega-3 ed omega-6 devono essere bilanciati nell’organismo per essere efficaci e svolgere le loro funzioni di regolazione della risposta infiammatoria, di mantenimento della stabilità delle membrane cellulari, di sviluppo e funzionamento del tessuto del sistema nervoso centrale e di regolazione delle funzioni immunitarie.

Risultati altrettanto positivi e incoraggianti sono venuti dall’utilizzazione degli acidi grassi omega 3 nel campo della riproduzione dove sono stati osservati: un aumento del numero degli spermatozoi nel seme, effetti benefici sugli estri e sulla frequenza delle gravidanze, una maggiore reattività del sistema immunitario dei puledri.

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